Dopo qualche anno altro trasloco, la famiglia si trasferisce a Cornaredo, sempre nelle vicinanze di Milano, dove mentre il padre continua la propria opera di ruspista, la mamma prende nientedimeno che un “bar trattoria con rivendita di tabacchi e valori bollati, con annessa secolare cantina per l’invecchiamento e lo stoccaggio di pregiati vini, nonché nostrani insaccati dai profumi intensi e delicati” che serviti con maestria dalla mamma Bettina coadiuvata dalle figlie, non fanno altro che attrarre maggior attenzione e altra nuova clientela che si aggiunge a quella preesistente.
Siamo nei primi anni settanta, tanti bei ricordi ed esempi di aggregazione tra gli “indigeni” da sempre frequentatori del vecchio locale, ed i così detti “meridionali” arrivati a frotte con l’avvento di una famiglia arrivata dal sud; il locale subisce a poco a poco anche una svolta epocale, diciamo quasi un cambio generazionale, dovuto al fatto che nel locale vivono ben quattro ragazze giovanissime che addizionate al buon salame, al buon vino e ad un’ottima accoglienza non fanno altro che attirare ragazzi come mosche sul miele. (Quattro ragazze poiché all’appello manca la sorella più grande, nel frattempo sposatasi con fidanzato calabrese e tornata a vivere in Calabria).
Da papà Francesco e mamma Elisabetta (detta Bettina) nasce in quel
di Cotronei, cittadina arroccata sulle pendici della “piccola Sila” prima dipendente dalla provincia di Catanzaro per poi passare sotto quella
di Crotone, ovviamente nella regione Calabria.
Nome di battesimo Antonietta, poi tramutatosi per tutti in Antonella,
per divenire poi col tempo “Artemisia”; non è da tutti chiamarla o conoscerla con questo nome, finora è cosa riservata quasi esclusivamente a chi tratta di cibo, sia che lo prepari o che ne gusti i sapori.
Da piccola subisce come tanti sui conterranei l’esodo dall’amata Calabria, lasciando il suo adorato lago Ampollino, la sua montagna ed il suo mare, per giungere in provincia di Milano, nella ridente cittadina di Rho, dove papà Francesco ha portato tutte le proprie attrezzature ed i propri macchinari, escavatore ed affini, prestando la propria opera come artigiano presso aziende del luogo operanti nel settore edile e stradale su tutto il territorio lombardo.
Mi dimenticavo …
“Artemisia” ha ben quattro sorelle e due fratelli ai quali vuole un bene infinito così come a papà Francesco ed a mamma Bettina.
Artemisia qui comincia a muovere i primi passi culinari osservando la madre muoversi in cucina seguendone gli insegnamenti, servendo gli avventori ai tavoli ascoltandone sia le critiche che gli elogi, assorbendo il tutto come bagaglio personale che andrà poi ad arricchire la sua esperienza. Mette su famiglia, si sposa e prima una figlia e dopo due anni un’altra arricchiscono la sua vita, una piccola esperienza estranea al settore per rientravi quasi subito con l’acquisizione di un “bar gelateria” sempre a Cornaredo.
Artemisia quotidianamente sforna cornetti e brioches dai profumi soavi, prepara panini sfiziosi e gustosi accompagnati da ottime selezioni di vini e birre di pregio, ma il tocco di classe che fa emergere il locale è dipendente dalla gelateria, dove tutta la maestria, la passione e la capacità di Artemisia eccellono tanto da guadagnarsi l’appellativo di “regina del gelato”.
Essa può vantare oltre che alla clientela locale, una clientela raffinata ed esigente proveniente dai paesi vicini e dalla città di Milano, che a frotte invadono il suo locale, alla ricerca del meglio che essa può dare ed ancora oggi tutti si ricordano i suoi pezzi forti, tipo la sua “crema caffè” la sua “panna” che sapeva veramente di panna o il “cioccolato”, il suo segreto?
L’Amore con la A maiuscola nella preparazione delle sue leccornie.
Durante questa esperienza Artemisia da alla luce la terza figlia.
Questo è stata un vero e proprio punto di partenza perché da qui in poi Artemisia è come se fosse salita su di un trampolino di lancio che l’ha proiettata da un bar trattoria a conduzione famigliare di Cornaredo, passando attraverso svariate esperienze, gelaterie, pizzerie, trattorie, pasticcerie dai nomi più o meno altisonanti ad uno dei più prestigiosi ristoranti di Milano, il Gold dove Artemisia ricopre tuttora il ruolo di pasticcera.
Artemisia per gli amici “Arte” ha lavorato con molte persone, può dire di aver avuto molti maestri, su tutti penso possano spiccare i nomi di: Stefano Dejuri un vero maestro pasticcere, Enrico Parassina un vero scultore pasticcere e che dire di Giacomo Gallina lo chef che vanta svariate aperture di ristoranti famosi in tutto il mondo tra i quali anche il Gold.
Tuttora i suoi corsi di pasticceria e pasta fresca riscuotono notevoli successi.
Biografia di Artemisia scritta dal marito Luigi.
Da papà Francesco e mamma Elisabetta (detta Bettina) nasce in quel di Cotronei, cittadina arroccata sulle pendici della “piccola Sila” prima dipendente dalla provincia di Catanzaro per poi passare sotto quella di Crotone, ovviamente nella regione Calabria.
Nome di battesimo Antonietta, poi tramutatosi per tutti in Antonella, per divenire poi col tempo “Artemisia”; non è da tutti chiamarla o conoscerla con questo nome, finora è cosa riservata quasi esclusivamente a chi tratta di cibo, sia che lo prepari o che ne gusti i sapori.
Da piccola subisce come tanti sui conterranei l’esodo dall’amata Calabria, lasciando il suo adorato lago Ampollino, la sua montagna ed il suo mare, per giungere in provincia di Milano, nella ridente cittadina di Rho, dove papà Francesco ha portato tutte le proprie attrezzature ed i propri macchinari, escavatore ed affini, prestando la propria opera come artigiano presso aziende del luogo operanti nel settore edile e stradale su tutto il territorio lombardo.
Mi dimenticavo “Artemisia” ha ben quattro sorelle e due fratelli ai quali vuole un bene infinito così come a papà Francesco ed a mamma Bettina.
Dopo qualche anno altro trasloco, la famiglia si trasferisce a Cornaredo, sempre nelle vicinanze di Milano, dove mentre il padre continua la propria opera di ruspista, la mamma prende nientedimeno che un “bar trattoria con rivendita di tabacchi e valori bollati, con annessa secolare cantina per l’invecchiamento e lo stoccaggio di pregiati vini, nonché nostrani insaccati dai profumi intensi e delicati” che serviti con maestria dalla mamma Bettina coadiuvata dalle figlie, non fanno altro che attrarre maggior attenzione e altra nuova clientela che si aggiunge a quella preesistente.
Siamo nei primi anni settanta, tanti bei ricordi ed esempi di aggregazione tra gli “indigeni” da sempre frequentatori del vecchio locale, ed i così detti “meridionali” arrivati a flotte con l’avvento di una famiglia arrivata dal sud; il locale subisce a poco a poco anche una svolta epocale, diciamo quasi un cambio generazionale, dovuto al fatto che nel locale vivono ben quattro ragazze giovanissime che addizionate al buon salame, al buon vino e ad un’ottima accoglienza non fanno altro che attirare ragazzi come mosche sul miele. (Quattro ragazze poiché all’appello manca la sorella più grande, nel frattempo sposatasi con fidanzato calabrese e tornata a vivere in Calabria).
Artemisia qui comincia a muovere i primi passi culinari osservando la madre muoversi in cucina seguendone gli insegnamenti, servendo gli avventori ai tavoli ascoltandone sia le critiche che gli elogi, assorbendo il tutto come bagaglio personale che andrà poi ad arricchire la sua esperienza.
Anche “Artemisia” mette su famiglia, si sposa e prima una figlia e dopo due anni un’altra, arricchiscono la sua vita, una piccola esperienza estranea al settore per rientravi quasi subito con l’acquisizione di un “bar gelateria” sempre a Cornaredo.
Artemisia quotidianamente sforna cornetti e brioches dai profumi soavi, prepara panini sfiziosi e gustosi accompagnati da ottime selezioni di vini e birre di pregio, ma il tocco di classe che fa emergere il locale è dipendente dalla gelateria, dove tutta la maestria, la passione e la capacità di Artemisia eccellono tanto da guadagnarsi l’appellativo di “regina del gelato”.
Essa può vantare oltre che alla clientela locale, una clientela raffinata ed esigente proveniente dai paesi vicini e dalla città di Milano, che a frotte invadono il suo locale, alla ricerca del meglio che essa può dare ed ancora oggi tutti si ricordano i suoi pezzi forti, tipo la sua “crema caffè” la sua “panna” che sapeva veramente di panna o il “cioccolato”, il suo segreto?
L’Amore con la A maiuscola nella preparazione delle sue leccornie.
Durante questa esperienza Artemisia da alla luce la terza figlia.
Questo è stata un vero e proprio punto di partenza perché da qui in poi Artemisia è come se fosse salita su di un trampolino di lancio che l’ha proiettata da un bar trattoria a conduzione famigliare di Cornaredo, passando attraverso svariate esperienze, gelaterie, pizzerie, trattorie, pasticcerie dai nomi più o meno altisonanti ad uno dei più prestigiosi ristoranti di Milano, il Gold dove Artemisia ricopre tuttora il ruolo di pasticcera.
Artemisia per gli amici “Arte” ha lavorato con molte persone, può dire di aver avuto molti maestri, su tutti penso possano spiccare i nomi di: Stefano Dejuri un vero maestro pasticcere, Enrico Parassina un vero scultore pasticcere e che dire di Giacomo Gallina lo chef che vanta svariate aperture di ristoranti famosi in tutto il mondo tra i quali anche il Gold.
Tuttora i suoi corsi di pasticceria e pasta fresca riscuotono notevoli successi.